l’Unione Europea nei media italiani

- Pluralismo politico e sociale
l’Unione Europea nei media italiani

Per sensibilizzare mass media e opinione pubblica sull’importanza di una migliore conoscenza delle istituzioni europee, è stato promosso il convegno “Verso le Europee 2009”, tenutosi lunedì 9 febbraio al Palazzo delle Stelline di Milano. L’incontro, moderato dalla presidente Irene Pivetti – qui nella doppia appartenenza al ruolo di esponente politica e conduttrice TV –, è stato organizzato congiuntamente dalla Rappresentanza a Milano della Commissione europea e dall’Ufficio milanese del Parlamento europeo.
Alla vigilia di un’importante campagna elettorale che si chiuderà con le due giornate di voto il 6-7giugno prossimi, i timori di una bassa affluenza si accompagnano paradossalmente ad una fase della costruzione dell’Europa che vede accresciute le competenze sovranazionali, “una devoluzione verso l’alto” come ha spiegato Mauro. Questa crescita di competenze dell’Ue non è stata accompagnata da una crescita di informazione e formazione del cittadino europeo, costretto a districarsi tra i meccanismi decisionali non semplici e il troppo rapido turn over della presidenza. Un deficit informativo lamentato anche da Maria Grazia Cavenaghi-Smith, direttrice dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano.

Eppure l’Europa influisce nella vita quotidiana dei cittadini italiani e delle imprese: dal regolamento Reach per la chimica, alle infrastrutture con i “corridoi”, al sistema satellitare Galileo. Manca ancora “un’architettura istituzionale che consenta all’Ue di esercitare il ruolo che le compete in politica estera, ma anche qui riesce a far sentire la sua voce: pensiamo al conflitto Russia-Georgia” ha ricordato Tajani. Nonostante l’importanza dell’Europa sulla vita dei cittadini, non riesce a radicarsi un’identità europea, “commissari e europarlamentari sono visti ancora come delegati nazionali a Bruxelles o Strasburgo” ha detto il vicepresidente della Commissione, aggiungendo poi che non aver inserito inno e bandiera nel Trattato di Lisbona “è stato un errore”, un occasione persa per accrescere l’identificazione dei cittadini nelle istituzioni europee.

Quanto conti la nazionalità di un commissario europeo nella rappresentazione mediatica è stato testimoniato nell’intervento del presidente dell’Osservatorio di Pavia, Stefano Mosti, che ha tracciato un quadro della comunicazione dell’Europa su radio e Tv italiane. L’Ue nei media nazionali è marginale, presente soprattutto come unione economica e monetaria, in cui il primato delle presenze spetta ai soggetti politico-istituzionali legati alla sfera economico-finanziaria: Joaquin Almunia, commissario agli Affari economici e monetari, e Jean-Claude Trichet, presidente della Bce. Accanto ai temi economici, compaiono quelli di pertinenza del commissario italiano: oggi i trasporti e l’industria (si pensi alla lunga e complessa vicenda Alitalia), ieri immigrazione e sicurezza (competenze del precedente commissario Frattini, oltre che importante issue del dibattito nella campagna elettorale di aprile 2008).

Il grande afflusso di pubblico testimonia di quanto diffusa sia l’esigenza di un miglior rapporto tra istituzioni comunitarie e media. La sala Bramante delle Stelline era infatti stipata di giornalisti, docenti e studenti universitari, mondo delle associazioni. Un pubblico partecipante, che non si è tirato indietro nel rivolgere ai relatori le proprie domande. Tra gli interrogativi, il comportamento dei giovani al primo voto. A breve partirà un’iniziativa della Rappresentanza a Milano della Commissione europea, “che vedrà decine di giovani formati nella sede milanese impegnate a portare passione e conoscenza nelle scuole del Nord d’Italia” ha risposto Carlo Corazza, direttore della Rappresentanza, che ha illustrato le azioni del suo Ufficio e “l’impegno della Rappresentanza rivolto a stimolare dibattiti sui media locali, attraverso convegni, seminari per giornalisti, e a promuovere informazione, mettendo a disposizione materiale audiovideo e non solo”.

Da parte loro, i media locali erano rappresentati sul palco degli oratori da due esponenti delle più importanti associazioni di emittenti radio-televisive italiane, Raimondo Lagostena per FRT e Fabio Carera per Aeranti-Corallo. Carera ha auspicato da parte degli organismi europei una maggiore attenzione verso i media locali, “per stringere un più forte rapporto tra le rappresentanze di Parlamento e Commissione e i media locali, magari con il coinvolgimento delle associazioni delle emittenti”.

A rispondere alle domande dei giornalisti in sala anche Pia Locatelli, parlamentare europea al termine della sua “prima esperienza”. Locatelli si è soffermata sul non facile rapporto tra media e politica europea: “Ogni 15 giorni diffondo una newsletter su quanto faccio a Strasburgo, ma mai un giornalista mi ha detto di averla vista o usata. Quando mi sono candidata, un esperto spin doctor mi aveva profetizzato un insuccesso per la mia attitudine verso temi scarsamente mediatizzabili e invece eccomi qua”. L’europarlamentare ha concluso lanciando un appello ai giornalisti di non seguire solo sciagure e disastri ma di raccontare anche quanto di positivo accade nel mondo.