Periferie al buio

- Migration and multiculturalism
string(17) "Periferie al buio"
monitoraggio media illuminare periferie

Sorry, this entry is only available in Italian.

L’attualità della crisi in Niger riporta l’attenzione sullo spazio che gli esteri, e in particolare alcuni contesti ed eventi che avvengono all’estero, hanno nell’agenda dell’informazione televisiva mainstream.

Il rapporto “Illuminare le periferire”, giunto alla V edizione, sostenuto dal Cospe con il contributo dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), in collaborazione con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, con l’Usigrai e con la Rai per la sostenibilità, e realizzato dall’Osservatorio di Pavia, ha messo in evidenza il buio – continuo – nel tempo di alcuni paesi e contesti.

Se, da un lato, il 2022 registra la più alta attenzione agli esteri negli ultimi dieci anni (a seguito della centralità e della conseguente copertura mediatica della guerra in Ucraina e delle sue drammatiche conseguenze), si conferma, dall’altro, la poca copertura di alcune aree del mondo come ad esempio l’Africa, con solo il 2% di attenzione (era il 13% nel 2013) e il Centro-Sud America con l’1% di attenzione. Colpisce, inoltre, la “distribuzione” dell’attenzione: nove paesi africani, considerati prioritari per l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, tra i quali Burkina Faso, Senegal, Niger, Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Mozambico mostrano la quasi totale assenza di notizie (https://www.osservatorio.it/monitoraggio-dei-media-illuminare-le-periferie-osservatorio-estero/).

Di Niger, per esempio, si è parlato in 1 solo servizio in tutto il 2022; i sette telegiornali italiani del prime time non hanno dedicato alcuna notizia allo Yemen, paese in cui è in corso una crisi umanitaria da anni.

Si mantiene pertanto una tendenza eurocentrica, che assegna una grande rilevanza al contesto europeo e al “mondo occidentale” in generale: l’86% dell’agenda riguarda notizie che avvengono in Europa (con il 75%) e nel Nord America (con l’11%), lasciando appunto nell’oscurità altri paesi e aree, cruciali dal punto di vista economico e geo-politico.

Ritengo che quanto emerso dal rapporto non sia sconvolgente perché è effettivamente palpabile la mancanza di copertura di alcune aree, ma nonostante ciò, i giovani della mia generazione cercano di reperire le informazione da testate estere o direttamente dal proprio paese d’origine creando un fenomeno che si sta diffondendo, cioè quello dell’utilizzo dei propri social personali come mezzo di divulgazione delle notizie. I social media hanno portato ad una radicale rivoluzione dell’informazione e così i giovani italiani di origine straniera cercano di ritagliarsi i propri spazi. Spazi che erano e sono tutt’ora vuoti, dato che la stampa non li sta ricoprendo. Chiaramente questo non è ancora diventato un fenomeno sostituibile a quello dei mezzi d’informazione e canali convenzionali, ma a mio avviso non è un dato trascurabile.

 

Abril Kashiya Muvumbi, A.F.A.R. (Afrodescendants Fighting Against Racism)

https://stop-afrofobia.org/gli-afar/